DOSSIER 2006 - SCUOLA PUBBLICA_LIQUIDAZIONE DI FINE STAGIONE

E’ questa la quarta edizione del dossier “Scuola pubblica: liquidazione di fine stagione” che documenta i tagli avvenuti negli ultimi cinque anni ai danni della scuola pubblica, determinati dagli interventi del governo attraverso le finanziarie e la gestione delle voci di spesa (circolari, direttive…).
Il quadro che si è venuto progressivamente creando è quello di una riduzione continua e complessiva di risorse in termini di strutture, di personale e di investimenti a tutto campo. Non c’è una voce in crescita nel bilancio del MIUR, fino al paradosso che la stessa riforma non trova i finanziamenti per poter camminare. Anzi una ce n’è, sono le risorse per le scuole paritarie.
Il dossier che presentiamo, pur parlando di cifre e non di riforma, in realtà descrive nei dettagli un processo di cambiamento ormai palese, che ha come obiettivo strategico la riduzione, se non lo smantellamento progressivo, della scuola pubblica.
Le difficoltà in cui le scuole italiane sono state gettate sono ben rappresentate da un dato. A fronte di un aumento di alunni di 107.000 unità, determinato esclusivamente dall’ingresso a scuola di alunni stranieri (che con il loro incremento hanno compensato il calo demografico di studenti di lingua italiana), che significa diffusione a macchia d’olio della presenza di alunni di lingua diversa da quella italiana, i finanziamenti sono rimasti identici a quelli del 2000, determinando così un calo pro capite del 14,20%.
Le cinque finanziarie del governo di centro destra, quindi, hanno inciso pesantemente sulla scuola apportandovi modifiche organizzative, didattiche, culturali, segnando in modo evidente la qualità del sistema. Come abbiamo sempre denunciato, si è trattato di un disegno organico che ha attuato punto per punto i contenuti dello scambio epistolare Moratti – Tremonti del luglio 2001, il cui obiettivo dichiarato era il risparmio economico, funzionale a determinare l’arretramento della scuola pubblica.
Il risultato? Una scuola pubblica gettata nella confusione, nell’incertezza, nello sconforto e nella rabbia. In un clima in cui è sempre più difficile lavorare bene e di cui le prime vittime sono le fasce più deboli della società, quelle che dovrebbero avere nella scuola la principale occasione di crescita personale e culturale.Kids Footwear Online