Ecosistema Scuola - XVI Rapporto

La “buona scuola” ha bisogno di un cambiamento vero. I primi timidi passi avanti arrivati con la pubblicazione dell’attesa anagrafe scolastica, che Legambiente chiedeva da oltre 15 anni, e lo stanziamento da parte del Governo di maggiori fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici, di certo rappresentano un buon inizio ma non bastano. Per Legambiente sono ancora tante le questioni da affrontare: prima fra tutte la forte disparità territoriale che c’è tra Nord, Sud ed isole del Paese in fatto di qualità del patrimonio edilizio scolastico, di investimenti, servizi e buone pratiche sostenibili. A confermarlo sono ancora una volta i dati del XVI Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia presentata oggi a Milano a Palazzo Sormani.

Nella Penisola su 6.310 edifici, circa il 65% è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 39% necessita di interventi di manutenzione urgente, il 29,3% si trova in aree a rischio sismico, il 10% in aree rischio idrogeologico e il 10,4% in aree a rischio vulcanico. Sono, poi, ancora davvero poche le scuole costruite con criteri di bioedilizia, sono solo lo 0,6%, mentre solo l’8,7% sono quelle edificate con criteri antisismici. Sul fronte delle pratiche sostenibili, aumentano gli edifici (14,3%) che usano energia rinnovabile mentre si registra un calo del servizio scuolabus e dei servizi scolastici.

A guidare, invece, la graduatoria della qualità dell’edilizia scolastica sono sempre le città del nord. Al primo posto svetta Trento, seguita da Reggio Emilia (2º) e Forlì (3º). Ci sono poi Verbania (4º), Piacenza (5º), Biella (6º), Bolzano (7º), Pordenone (8º), Brescia (9º) e Gorizia (10º).

Adidas